portrait photography Dieci anni dopo, nel 1983, a Colle di Val d’Elsa fu formata una squadra, che riportò il calcio femminile in provincia. Gli anni 1960 hanno visto poca innovazione nella progettazione dei kit, con le squadre che in genere optavano per semplici combinazioni di colori. Sono annate nelle quali si cerca di valorizzare i giovani locali come Nordio, Bonafin, Stivanello molti dei quali faranno un’ottima carriera nelle categorie superiori. Un’annata che comunque mise in luce molti giovani provenienti dalle formazioni minori veneziane come Milan, Canella, Ardizzon, Cicogna e il portiere Bubacco. Sono due annate nelle quali si mette in luce l’attaccante Adriano Zecca, autore complessivamente di 39 reti, ben coadiuvato nell’anno della promozione da Massagrande e da Mario Renosto, detto «Toceto». L’anno successivo, l’Italia è spezzata in due dalla guerra e si disputa un campionato ridotto limitato all’Alta Italia. Questo è uno di quei casi in cui, invece, ci si stacca completamente dalla tradizione e dai riferimenti obbligati: è una maglia da trasferta, e dunque c’è più possibilità di sperimentare (soprattutto se hai una maglia home pulita e minimal come non mai). I lagunari in quegli anni colpirono a tal punto la stampa nazionale che venne addirittura presa in considerazione la possibilità di trapiantare in nazionale il blocco del Venezia.

Una promozione fondata su un gruppo di giocatori che anche negli anni a venire regalarono soddisfazioni come il portiere Bertossi, i difensori Fragni e Tesconi, il centrocampista Mion e un terzetto di grandi marcatori come Bozzato, Calegari e Barison capaci di trascinare a suon di reti nella stagione successiva i veneziani nelle prime posizioni della Serie B. Barison passò poi al Genoa e successivamente al Milan per poi debuttare anche in Nazionale. I lagunari tentano invano di risollevarsi e, a parte la vittoria esterna per 4-1 a Firenze (la migliore in A della lunga storia dei veneziani), il campionato si chiude con la retrocessione in Serie B. Al termine della stagione, tante saranno le partenze a cominciare dall’allenatore Carlo Alberto Quario, a quella di Gino Raffin, autore di 39 reti in tre campionati. Le prime divise dei portieri della nazionale furono di colore bianco o nero. Come ancora oggi stabilisce il Regolamento delle divise da gioco, la FIGC e la Lega Calcio hanno il veto sul disegno delle maglie ma non sullo stemma societario di un club: una squadra può quindi scegliere liberamente il proprio nome e il proprio stemma, senza il rischio di violare le regole e incorrere in sanzioni.

Proprio alla terza stagione, il Venezia riesce ancora una volta ad ottenere la promozione in Serie A. Alla guida della squadra viene chiamato l’ex nazionale Armando Segato, ai confermati Mencacci, Salvemini e al giovane D’Alessi si aggiunsero Bertogna e Ferruccio Mazzola, figlio dell’indimenticato Valentino. L’allenatore Quario venne anche premiato con il Seminatore d’oro per quella sua prima stagione in Serie B con i veneziani. La prima è di un colore giallo pallido che ricorda quella classica del club, mentre la seconda blu presenta la mappa dell’America Latina. Come manifestare il valore della Roja se non con una jersey così coraggiosa da esporre una lunga e stretta V di colore giallo su sfondo rosso fuoco? Proprio quest’ultimo, anche in Serie A dimostrerà il suo valore segnando 11 reti. Nella stagione 1947-1948 il Venezia ottiene un ottimo quarto posto, mentre nell’annata successiva il direttore sportivo Giuseppe Girani e l’allenatore Mario Villini riescono addirittura a condurre il Venezia al secondo posto del campionato di Serie B ottenendo la promozione nella massima serie assieme al Como, e surclassando il Vicenza di un solo punto.

Nelle prime sei giornate i neroverdi raccolgono solo 3 punti; poi a Venezia e Firenze sono i giorni tragici dell’alluvione. Agli spareggi il Venezia dopo la sconfitta con il Monza (0-2) riesce a vincere con il Taranto (4-2) che alla fine retrocederà in Serie C non riuscendo a sconfiggere il Monza. B con 55 reti e il secondo miglior attacco delle serie professionistiche alle spalle dei campioni d’Italia dell’Inter. Il Verbania dovrà guadagnarsi la fiducia dei tifosi Archiviato il 16 agosto 2017 in Internet Archive. La classica maglia rossa con lo sponsor Snap Dragon che simboleggia l’energia e la passione dei tifosi. Nel calcio giovanile o dilettantistico il capitano può anche svolgere le funzioni di allenatore, quindi decide dal campo le sostituzioni, sempre nel rispetto dei regolamenti vigenti. Quest’ultimo, acquistato dal Milan, nel Venezia formerà con Mazzola una formidabile coppia di mezzali che farà la fortuna dei neroverdi e successivamente anche del Grande Torino. Per cercare di risollevare la squadra, il presidente Bigatton richiamò in panchina Carlo Alberto Quario, ma nemmeno il fedele timoniere di tanti successi del Venezia seppe risollevare le sorti dei neroverdi. La retrocessione in IV serie, nel campionato 1954-1955, fece tornare la squadra in una realtà diversa da quella della Serie C. La squadra, allenata da Dino Bovoli, si piazzò al 12º posto a tre punti dall’Ascoli, quartultima classificata e prima delle squadre retrocesse.

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