Il calcio richiede sempre grande energia, sia in campo che sugli spalti. Inoltre la maglia, con il colletto a «V» presentava lo stemma molto più grande del solito e, al centro era posizionato il FIFA Champions Badge. Tale triangolo era bordato, su due lati, di bianco: uno dei due bordini, poi, si prolungava andando lungo la parte anteriore della manica lunga fino a giungere al polsino che era azzurro. I calzettoni, azzurri con risvolti bianchi, avevano, sia sul retro sia sul fronte, due linee verticali bianche: in particolare, sul fronte, le due linee si univano, nella parte bassa, formando un arco che avvolgeva il logo del club. Ancora bianchi erano i calzoncini, mentre blu, con due righini orizzontali bianchi, erano i calzettoni. Il 5 agosto 2013, grazie al buon piazzamento nella graduatoria dei ripescaggi in quanto vincitrice dei play-off del girone I, il Cosenza ritornò nel campionato professionistico di Lega Pro, dopo due stagioni. Il C.T. De Biasi rassegnò le proprie dimissioni nel giugno 2017, dopo la vittoria per 0-3 contro Israele, ed al suo posto venne scelto un altro italiano, Christian Panucci, il quale ottenne all’esordio una vittoria per 2-0 contro il Liechtenstein, per poi chiudere le qualificazioni al campionato mondiale del 2018 al terzo posto dietro a Spagna e Italia, non qualificandosi alla fase finale del torneo.
Nel 1946 la squadra disputò il campionato di Prima Divisione per i meriti sportivi acquisiti nelle passate stagioni dalla Polisportiva Magliese e da essa trasferiti all’U.S. Retrocesso nella nuova Prima Divisione a carattere interregionale istituita dalla Carta di Viareggio. La mascotte del Napoli è un asino, comunemente indicato come ciuccio o ciucciariello, che trae la propria origine dal cavallo inalberato, che era presente sul primo stemma adottato dal club, in seguito al cambio di denominazione del 1926. Il motivo di tale avvicendamento, che, in sostanza, è da ascrivere ai deludenti risultati conseguiti dalla compagine partenopea nella sua stagione d’esordio in Divisione Nazionale, fu puramente casuale. La quinta divisa della stagione 2020-2021, cioè quella frutto della collaborazione tra l’allora sponsor tecnico Kappa e Marcelo Burlon, era caratterizzata, invece, da un logo totalmente nero sul quale campeggiava, realizzata in bianco, la «N» e sempre bianco era il bordo posto intorno al disco interno. La prima azienda di abbigliamento sportivo a produrre materiale tecnico per il club napoletano fu la Ennerre, dell’ex calciatore Nicola Raccuglia, che realizzò le divise per il biennio 1976-1978. Invero, in quegli anni, le norme federali ancora vietavano la pratica delle sponsorizzazioni, sia per i fornitori tecnici, sia per gli sponsor commerciali, pertanto il marchio Ennerre non poté comparire sulle casacche della squadra azzurra.
1971-72 – 5º in Prima Categoria. La prima maglia a essere «firmata» ufficialmente con il logo dello sponsor tecnico, grazie alle nuove disposizioni della Federazione, fu quella del torneo 1978-1979, realizzata da Puma, la cui partnership con il Napoli ebbe durata biennale. Successivamente, inoltre, tale emblema fu oggetto di due ulteriori restyling: in una prima variante, la «N» fu rimpicciolita e assunse il design già adoperato per lo stemma «a botte» di fine anni cinquanta e al disotto di essa fu inserita la scritta SSC NAPOLI, che seguiva l’andamento curvo dello scudo; in una seconda variante, infine, furono inserite, nella parte bassa del bordo dorato, tre linee sequenziali che richiamavano i colori della bandiera italiana. Per la stagione vera e propria, invece, vennero realizzate tre tipologie di maglia per le gare casalinghe, identiche nel design a quella dell’annata precedente (tinta unita, scollo a «V» e colletto), ma che differivano tra loro per le caratteristiche dei materiali utilizzati: oltre alla versione in maglina, infatti, furono realizzate due versioni della casacca in raso, una lucida e l’altra opaca. I calzoncini, nelle due versioni bianca e azzurra, erano caratterizzati da una fascia ondulata che, dagli orli (dotati di un bordino dal medesimo design di quello visto per le mezze maniche), risaliva sul fianco di ciascuna coscia, in verticale, per curvare, poi, sul retro, attestandosi orizzontalmente sulla parte alta dei calzoncini stessi.
I calzettoni erano azzurri con due righe orizzontali, non adiacenti, una bianca e una blu scuro. La divisa adottata dall’Internaples era costituita da maglia azzurra, con colletto celeste, calzoncini bianchi e calzettoni azzurri. I calzoncini, bianchi o azzurri, avevano, in basso, sul fianco sinistro, il numero di maglia in blu scuro o in bianco, mentre, in alto, sul fianco destro, era cucito il logo sociale. I calzettoni erano azzurri, con ampi risvolti bianchi e logo societario. Il Naples vestiva una casacca a strisce verticali azzurre e celesti, mentre calzoncini e calzettoni erano neri, sebbene, dalla documentazione fotografica disponibile, sia possibile osservare anche l’utilizzo di calzoncini bianchi. Comune, portandoli da quel momento sulle maglie da gioco a strisce verticali alternate. La maglia giusta può migliorare il tuo gioco e rendere ogni allenamento più emozionante. Durante un ampio arco temporale, che va dalla seconda metà degli anni venti ai primi anni del secondo dopoguerra, maglia real madrid 2025 26 la maglia del Napoli fu contraddistinta da uno specifico e costante design.
Di più su maglietta del napoli sulla nostra home page.